Rapita dal proprio territorio ...

"Lungo i secoli l'uomo è stato conquistatore, dominatore, "predatore" ... Oggi, sono io, ad esser conquistata. Conquistata dal territorio che abito, dalla sua storia, dalle sue avventure e disavventure, dai suoi segreti. Conquistata e affascinata. Più conosco il territorio lentinese, più esso, mi rapisce. Il territorio di Lentini occupa a sud la fascia a margine della Piana di Catania. Il paesaggio si presenta ora piatto e disteso, ora con sproni, a volte palustre, ora con pascoli, tutto gravitante al centro urbano. Si scoprono città sepolte e dimenticate che rischiano di perdere storia e fascino. Quelli che sembrano comuni agrumeti raccontano, come nel passato, hanno formato la vita dell'uomo e delle prime comunità. Vengono fuori ipogei, costruzioni incavate nella roccia calcarea, resti di carraie, buchi per pali di capanne preistoriche; e ancora piccole necropoli,e, un panorama che riempie tutto il nostro essere di una infinita libertà.Un panorama che canta la sua musica silenziosa, che solo un cuore libero, riesce a udire. Camminando dentro questa avventurosa scoperta si arriva a Monte Casale, piccolo colle vulcanico, che con la sua semplice e meravigliosa bellezza, mette in ginocchio, la superbia di chi vorrebbe dominare sul creato e sul Creatore. Non finisce il cammino, il fascino della meraviglia, non ha finito di rapirmi, di sorprendermi. Ecco, davanti a me, apparire monte San Basilio e i suoi arcani misteri. Una grande costruzione incavata nella roccia formata da colonne in pietra che sorreggono grossi blocchi che fanno da copertura, tolgono il respiro anche al visitatore più distratto. Penso di aver capito la sensazione, l'emozione provata da J. Houel davanti a tanta bellezza. La copertura megalitica è sostenuta da 30 pilastri, alcuni sono monoliti, disposti su 6 file di 5 pilastri. I pilastri sono sormontati da un monolite che funge da capitello. Su questa intelaiatura sono disposti i lastroni di copertura, privi di legamenti. Il monumento è molto interessante per lo stato di conservazione direi, UNICUM.Il principe di Biscari, I. Paternò Castello, nel suo libro "VIAGGIO PER TUTTE LE ANTICHITA' DELLA SICILIA" lo descrive con molta accuratezza. Nella parete est si trovano due piccoli vani rettangolari, uno dei quali accoglie un sepolcro ad arcosolio. Le parati lasciano trasparire, un passato, ricco di immagini. Oggi si intravedono solo le tracce. Dall'altura del monte, lo sguardo scivola, tra i monti Erei, i Nebrodi, l'Etna maestoso, sui campi leontini, e, sul suo Lago Biviere. Intorno la musica silenziosa della natura, la carezza del vento, l'abbaiare di un cane, il campanaccio di una mucca. La scoperta resta incompleta, il luogo ha ancora tanto da offrire. La meraviglia sconvolge, entusiasma, appassiona. Nasce anche la paura che tutto questo, cada, nell'oblio totale ... Il territorio che occupiamo ha tanto da dire, vuol essere ascoltato. Ha tanto da dare, vuol essere cercato. Sta a noi saper percepire, scoprire, amare .... Facciamoci conquistare dal nostro territorio ... Facciamoci rapire ...

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