CATANIA







Catania era originariamente un insediamento siculo, rifondato come Kατάvη nel 729 a.C. da coloni greci calcidesi guidati da Tucle. Dopo la dominazione siracusana, è stata conquistata dai romani nel 263 a.C. Alla caduta dell'Impero romano ha seguito le sorti della Sicilia, venendo conquistata prima dagli ostrogoti, poi dagli arabi, dai normanni, dagli svevi e dagli angioini.

Nel 1282, passò agli aragonesi e con re Martino I di Sicilia Catania divenne capitale del Regno di Sicilia dal 1402 al 1416. Passata sotto i domini spagnolo, piemontese e borbonico, nel 1860Regno d'Italia.





Il castello Ursino ebbe origine con la costruzione di una 'roche' da parte dei Normanni, per controllare la popolazione musulmana della città. Questa prima fortezza sorse in un luogo diverso da quello prescelto più tardi per l'impianto del Castello, da alcuni studiosi identificato a Montevergini. Di tale fortilizio normanno non restano tracce. Risale al 1239 l'avvio del cantiere per la costruzione dell'attuale Castello, sotto la direzione dell'architetto militare Riccardo da Lentini, per volontà di Federico II di Svevia. Nel 1255 è attestata per la prima volta la denominazione di 'castrum Ursinum', divenuta poi usuale. Tra il 1296 e il 1336 il Castello è a più riprese residenza di Federico III; anche negli anni successivi, durante i brevi regni di Pietro II, di Ludovico e quindi sotto Federico IV, mantiene il ruolo di residenza reale e sede di importanti eventi politici. Nel 1392, dopo lo sbarco dei Martini, Catania si rivolta contro gli Aragonesi; il presidio regio si chiude nel castello.

Negli anni tra la fine del '300 ed i primi del '400 il Castello è spesso residenza ufficiale dei sovrani e della corte. Nel XV ( primo venticinquennio) il Castello mantiene il suo ruolo di reggia; verso la seconda metà del secolo è a più riprese sede di sessioni parlamentari e residenza viceregia. Nel 1669 una disastrosa eruzione dell'Etna modifica sostanzialmente la topografia del luogo, dove sorge il Castello che rischia di essere seppellito. Nel 1693 il Castello subisce alcuni danni a seguito dei terremoti di gennaio. Nel 1837 vengono realizzati alcuni lavori al fine di riutilizzare militarmente il Castello, già adibito a prigione. Dal 1931 al 1934 vengono realizzati restauri e trasformazione del Castello in museo.

Il nome "castrum Ursinum" potrebbe essere collegato al "vir consularis Flavius Arsinius", che governò la Sicilia prima del 359 d.C e promosse il restauro del ninfeo di Catania; il ricordo di lui potrebbe essersi conservato nella denominazione dell'area su cui poi sorse il Castello, passando quindi a quest'ultimo.





Il Castello è un grande complesso edilizio ad ali con corte centrale. Ogni lato misura m 50 circa. I quattro angoli sono dotati di torri circolari di poco superiori ai 10 metri. Delle torri semicilindriche mediane, solo 2 si sono conservate, ma è certa anche l'esistenza delle altre due. Le mura, realizzate in pietra lavica, presentano spessore di metri 2,50.

L'aspetto esterno del Castello è caratterizzato da numerose aperture in buona parte posteriori al progetto originario. All'interno, originariamente, l'edificio svevo presentava al pianterreno quattro ali edilizie con ambienti a pianta rettangolare coperti ognuno da tre volte a crociera; quattro stanze quadrate, anch'esse coperte da crociere, raccordavano tra loro i saloni. L'aspetto originario si è mantenuto nell'ala settentrionale che conserva integro il trionfo delle cinque crociere. Secondo un recente contributo il progetto originario prevedeva un piano superiore solo sull'aria settentrionale, diversamente da quello che sosteneva Giuseppe Agnello, secondo il quale il piano superiore era stato previsto nel disegno federiciano, realizzato e poi trasformato tra il XV e il XVI secolo.

Il Castello è sede del Museo Civico dal 20 ottobre 1934. Esso ospita le raccolte civiche in cui sono presenti le sezioni archeologiche Medievale, Rinascimentale e Moderna. Vi si conservano 8043 pezzi tra reperti archeologici, epigrafi, monete, sculture, pitture, sarcofaghi fittili greci, romani, mosaici. Sono presenti infatti vari reperti archeologici provenienti dalle città e dai territori di Catania, Paternò, Centuripe, Lentini, Roma, Trapani, Caltagirone (ceramiche), Ercolano, Camarina. Inoltre si conserva la statua fittile di Kore trovata ad Inessa-Civita in territorio di Paternò. Nel museo è custodita l'iscrizione latina trovata nella fonte dell'antico acquedotto greco-romano presso il monastero benedettino di Santa Maria di Licodia già in territorio di Paternò.

Il Castello ospita anche, nelle splendide sale situate al piano terra, un prezioso patrimonio composto da donazioni di illustri catanesi, opere provenienti da chiese e conventi soppressi, dal Museo dei Benedettini e dalla collezione del principe di Biscari. Il nucleo principe della raccolta di questo illustre catanese è costituito da materiale archeologico proveniente dagli scavi eseguiti a Catania, nonchè da acquisti fatti a Napoli, Roma, Firenze. Tra i pezzi più pregevoli della collezione alcuni splendidi vasi attici, terrecotte arcaiche ed un cospicuo gruppo di bronzi.

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