1 Settembre 2016 - 11° giornata per la custodia del creato.
«La misericordia dell’uomo riguarda il suo prossimo, la misericordia
del Signore ogni essere vivente» (Sir 18, 12):
così la Scrittura canta l’amore di Dio nella sua ampiezza senza misura. Non a
caso Papa Francesco sottolinea che proprio “l’amore di Dio è la ragione fondamentale
di tutto il creato: «Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non
provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato; se avessi odiato qualcosa,
non l’avresti neppure formata» (Sap 11, 24)”1. Davvero la traboccante misericordia
del Dio trinitario si espande a creare un mondo ricco di una varietà di
creature. Celebrare la Giornata del Creato nell’Anno giubilare è, dunque, un
invito a vivere fino in fondo – nella nostra esperienza di fede, come nei comportamenti
quotidiani – questa dimensione della misericordia divina.
1. Benediciamo il Signore
La lode e la gratitudine sono la prima risposta al dono fondamentale
che il Signore ci fa con la creazione. Alla scuola dei Salmi impariamo
la pratica della benedizione per la bellezza del creato, il rendimento di grazie
per il nutrimento che ci offre e per la cura provvidente che ci avvolge. Anzi,
tutte le creature sono convocate, per un ringraziamento cui non bastano le parole
umane: «Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, lodatelo ed esaltatelo
nei secoli» (Dan 3, 57); «Ogni vivente dia lode al Signore» (Sal 150, 6).
Tale dinamismo accomuna le Chiese cristiane, che pure condividono
la fede nell’Eucaristia, punto focale di tale esperienza. Essa «unisce il
cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato»; è «un atto di amore cosmico»2,
che raccoglie in un’unica celebrazione il mistero salvifico della Pasqua
e la storia dell’azione creatrice del Dio misericordioso. In essa, realtà
vivificante in cui egli vive e si fa vicino ad ogni creatura, siamo educati a contemplare
il mondo come sacramento della sua grazia.
2. Il grido della terra
Leggere la Laudato si’ nell’Anno della misericordia significa
anche imparare ad ascoltare il gemito e la sofferenza della «nostra oppressa e
devastata terra», assieme a quello dei «poveri più abbandonati e maltrattati»3.
Il nostro Paese è segnato in molti modi dalla violenza che degrada la creazione:
si pensi ai numerosi casi di inquinamento nelle città, che mettono a rischio la salute e la stessa vita di molti – quasi sempre soprattutto i più fragili, i più poveri,
gli esclusi. Si pensi all’avvelenamento di tanti territori, a seguito di pratiche
industriali non sempre adeguatamente controllate; alle tante morti, di cui
magari si comprende la causa solo dopo anni. Si pensi, ancora, agli effetti dei
cambiamenti climatici che portano alla crescita dei cosiddetti ‘migranti ambientali’
e al loro impatto sui cicli delle stagioni e sulla produzione agricola;
alla violenza di tanti eventi metereologici estremi: veramente sono un «problema
globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive
e politiche, e costituiscono una delle principali sfide attuali per
l’umanità»4.
C’è, quindi, un grido della terra che va ascoltato con attenzione,
nella varietà dei suoi aspetti; chiama ogni essere umano, in modo particolare
i credenti, alla cura della casa comune. Essa si esprime in un profondo ripensamento
del modello di sviluppo, così come nel rinnovamento degli stili di vita.
La sfida è comunque quella di superare quella «cultura dello scarto»5, che
troppo spesso pervade sia la vita sociale che quella personale, per orientarci
ad un «modello circolare»6, che limiti decisamente il consumo di risorse e la
produzione di inquinanti. Si tratta di costruire un’economia sostenibile, capace
di promuovere il lavoro umano in forme che custodiscano la casa comune.
3. Misericordia per ogni creatura
Leggere in quest’Anno la Laudato si’ significa pure accogliere
l’invito ad allargare il nostro cuore nel praticare la misericordia, scoprendoci
membri di una comunità della creazione, che vive di una molteplicità di relazioni
vitali. «Creati dallo stesso Padre, noi tutti esseri dell’universo siamo uniti
da legami invisibili e formiamo una sorta di famiglia universale, una comunione
sublime che ci spinge ad un rispetto sacro, amorevole e umile»7.
Dobbiamo ancora imparare a condividere la tenerezza del
Padre per le sue creature, a riconoscerne il «valore intrinseco»8, aldilà della
loro utilità per noi. Dobbiamo ancora apprendere le forme di un rapporto equilibrato
tra la cura che dobbiamo agli esseri umani – in particolare verso le vittime
del degrado ambientale provocato da guerre e migrazioni obbligate – e
l’attenzione per gli altri viventi: in parecchi casi le nostre relazioni con essi
comportano sofferenze che potrebbero essere evitate. 4. Convertirci alla misericordia
L’Enciclica Laudato si’ è tutta un invito alla conversione ecologica,
a un riorientamento delle pratiche che si radichi in un cuore rinnovato.
Impariamo a sperimentare, in modo più intenso il dono del creato, scoprendoci
immersi in una misericordia che chiama anche noi ad essere “in uscita”, nella
cura responsabile per il creato e per la famiglia umana. Impariamo a praticare
il dialogo con religioni e culture, a partire dalle Chiese cristiane, per ricercare
assieme le vie di una custodia efficace di «sorella terra».
BEH, LO STIAMO CUSTODENDO VERAMENTE BENE.....
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