GARCIA LORCA

La riflessione di Garcia Lorca


"A questo mondo io sono e sarò sempre dalla parte dei poveri. Sarò sempre dalla parte di coloro che non hanno nulla e ai quali si nega perfino la tranquillità del nulla. Noi - e mi riferisco agli uomini di estrazione intellettuale ed educati nell'ambiente delle cosiddette classi benestanti - siamo chiamati al sacrificio. Accettiamolo. Nel mondo non lottano più forze umane, ma telluriche. Se mi pongono su una bilancia il risultato di questa lotta, in un piatto il tuo dolore e il tuo sacrificio, e in un altro la giustizia per tutti, pur con l'angoscia di un futuro che si pronostica, ma non si conosce, io su quest'ultimo piatto batto il pugno con tutta la mia forza".
Federico Garcia Lorca



Sonetto


Lungo spettro d'argento commosso
il vento della notte che sospira
aprí con mano grigia la mia ferita antica
e fuggi via: io desideravo.
Piaga d'amore che mi darà la vita
con sangue perpetuo e pura luce.
Crepa dove Filomena ammutolita
metterà bosco, dolore e tenero nido.
Ah, che dolce rumore nella mia testa!
Mi coricherò vicino al fiore semplice
dove ondeggia senz'anima la tua bellezza.
E l'acqua errante diventerà gialla
mentre scorre il mio sangue nella macchia
odorosa e bagnata della riva.



Gazzella del ricordo d'Amore


Non portar via il tuo ricordo.
Lascialo solo nel mio cuore,
tremore di bianco ciliegio
nel martirio di gennaio.
Mi separa dai morti
un muro di brutti sogni.
Soffro pene di giglio fresco
per un cuore di gesso.
Tutta la notte nell'orto
i miei occhi come due cani.
Tutta la notte, mangiando
le cotogne di veleno.
A volte il vento
è un tulipano di paura.
È un tulipano malato
l'alba d'inverno.
Un muro di brutti sogni
mi separa dai morti.
L'erba copre in silenzio
la valle grigia del tuo corpo

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