dal bacia piedi al bacia mano....
Lunghe trecce bionde. Viso pulito. Sguardo dolce ma determinato. E finalmente, Greta è tra noi.
L'attivista baby, applaudita all'Europarlamento, arriva in Italia accolta dai politici come un capo di Stato. Baciamano da Francesco, convegno con la Casellati: tutti a contendersi una ragazzina manovrata dall'alto.
Dietro a Greta c'è una gigantesca macchina da soldi ma è tutto "Green"...
Capita che alla giovane Greta, capace di portare in piazza milioni di ragazzi, si affianchi un terzo personaggio: Ingmar Rentzhog, esperto di marketing. È proprietario della startup We Do not Have Time. Il 24 novembre 2018, Ingmar ha inserito la stessa Greta nel board della società. Solo 3 giorni dopo, We Do not Have Time (che è anche lo slogan di Greta) ha lanciato una campagna di crowfunding che ha raccolto 2,8 milioni di euro e sta spopolando nel mercato dei servizi relativi ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità. Verrebbe da pensare che Greta sia una macchina da soldi nelle mani di persone molto esperte nel mondo degli affari, ma è tutto molto green. E anche un po' politico. Rentzhog, Ceo della fortunata startup, è stato assunto come presidente del think tank Global Utmaning nel maggio del 2018. Fondatrice di questo pensatoio è Kristina Persson, ex ministro socialdemocratico svedese dello sviluppo. Le posizioni sostenute dal think tank esprimono la necessità di combattere i nazionalismi emergenti in Europa e nel Mondo.
E dunque tanti fili si muovono dietro la piccola Greta, in un groviglio di interessi economici e d'impegno politico anti-sovranista. Alla vigilia delle elezioni europee, il voyage ecologico della giovane nel continente intossicato dal riscaldamento planetario sembra inserirsi perfettamente nel contesto. E «mi raccomando, votate alle elezioni di maggio», ha raccomandato ieri la sedicenne a Strasburgo, spaziando tra Brexit e la ferita di Notre Dame come un'abile intrattenitrice politica.
Da noi troverà calore, sorrisi, successi istituzionali e di piazza (volano le sottoscrizioni per il Friday for Future Rome), ed è giusto così. Ma forse la favola di Greta non è proprio una favola.
nota di Arianna Pomozzi
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Articolo preso da Facebook (18.4.2019)
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