Stupida donna
Stupida donna
Tutti i giorni appendevi i suoi panni da lavoro. Tutti i giorni eri dedita a lui, alla vostra piccola casetta. Lui, un viso da fanciullo con la pelle colore dell'ambra. Di buon mattino si recava al lavoro. Tu, lo guardavi dal balcone. Lui, ti mandava un bacio … Il pomeriggio, quando tornava, ti diceva: "amore, aprimi." Sorridevo. Improvvisamente, sparisci. Non appendi più i panni. . . Non c'è più quel saluto. . . Non si sente più il richiamo. Una sera, al balcone si siede una donna. Una bella giovane donna. Capelli scuri, volto sereno, la pelle colore dell'ambra. Parla al telefonino. Parla la nostra lingua più o meno bene. Si comprende che non è dei nostri. Il telefonino ha il viva voce. Riconosco la tua voce, il tono è disperato. Il suo tono è sereno e canzonatorio. . . Dopo un lungo parlare, lei ti dice: " appena bimbo arriva ti chiamo" e ride. In un attimo la situazione è chiara. Stupida donna bianca, europea, siciliana. Il suo viso da bimbo ti ha ingannata? Da quanto tempo stavi con lui? Lui, come è arrivato da noi? E' arrivato su di un barcone? Veniva da un paese in "guerra"? Scappava dalla "fame e dalla miseria"? . . . Stupida e mille volte stupida . . . Ha fatto arrivare la sua famiglia e tu, tu che fine hai fatto? Sei stata la sua piccola cameriera. . . Pulivi e pulivi. Lavavi e appendevi. Lo curavi perché lo sentivi tuo. Sei stata ingannata e ci sei cascata. Sai, al mattino esce sempre presto, ma, non c'è nessuno al balcone per salutarlo. Quando rientra, il portone lo apre da solo. Non chiama nessuno. Anche la sua voce è cambiata. Non c'è più la voce musicale da gattino che fa le fusa. E' la voce di un uomo duro. Con lui c'è la moglie e, tra non molto, arriva il figlio. E' con la sua famiglia. Smettila di chiamarla. . . Sei colei che stava per "rubargli" l'uomo. Devi star zitta. Ingoia le tue lacrime. Supera il tuo dolore. Sei stata stupida, mille volte stupida.
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