Fortino vecchio e Porta Ferdinandea (Catania)

Ciò che erroneamente noi catanesi chiamiamo “Porta Fortino” si trova in via Sacchero, a pochi passi da piazza Palestro. Il “Fortino Vecchio“, come era chiamato una volta, fu di grande interesse storico. Voluto dal Principe di Lignè Claudio Smeraldo, anticamente è stato costruito per fortificare la parte occidentale della città con mura esterne. Divenne un vero e proprio fortino militare, ma delle vecchia costruzione rimane solo un groviglio di casupole.
Porta Ferdinandea o Porta Garibaldi? Un altro dei monumenti storici catanesi di grande importanza è certamente l’arco trinfale che si nota fin dall’inizio di via Garibaldi. Imponente nella sua struttura, la bicromia creata dal nero della pietra dell’Etna e dal bianco di quella altrettanto famosa di Lentini caratterizza l’arco trinfale. Esso è incastonato tra piazza Palestro e piazza Crocifisso, proprio alla fine di via Garibaldi. Un tempo chiamata “Porta Ferdinandea”, il famoso arco trionfale è stato costruito nel 1768 per commemorare le nozze di Ferdinando I delle Sue Sicilie e di Maria Carolina d’Asburgo-Lorena. Ne venne fuori un vero e proprio capolavoro d’arte settecentesca. Anticamente la porta rappresentava l’ingresso solenne ad ovest della città, in perfetto asse con l’ingresso del Duomo. Sull’arco trionfale appare la scritta “Melior de cinere surgo” che significa letteralmente “risorgo sempre più fiorente dalle mie ceneri”. Una vera e propria dichiarazione di grande forza di volontà di tutti i catanesi del tempo, che hanno visto risorgere dalle ceneri Catania più volte dopo innumerevoli eventi catastrofici. Questo monumento può essere considerato come un libro di pietra che raccoglie i simboli più famosi e più importanti della città siciliana. Dalla patrona catanese Sant’Agata all’elefante di piazza Duomo e naturalmente la fenice, l’uccello mitologico che risorge dalle sue stesse ceneri, un po’ come Catania. Anticamente sulla pietra erano inseriti dei medaglioni con i ritratti dei due sovrani celebrati, successivamente cancellati in parte per protesta contro il popolo borbone. (Le foto sono mie, le notizie trovate in rete sono di Valentina Friscica)

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